Vieni a conoscere Lulabù ed il suo lavoro
Lulabù Onlus
Come ti chiami e che ruolo hai nell'ente per cui fai il volontario/che rappresenti?
Mi chiamo Gigliola Sartori e sono socia fondatrice e presidente di Lulabù onlus, l’ente che rappresento dal 10 dicembre 2010, data della costituzione.
Il tuo ente che tipo di attività fa?
Lulabù onlus ha come mission il sostegno alla crescita umana, in senso olistico, di giovani e bambini legati all’attività pastorale di un sacerdote beninese (don Janvier Tchato) che opera nella diocesi di Natitingou, in Benin (Africa). Ci soffermiamo, in modo particolare, su due aspetti: la scolarizzazione e la salute, aspetti da noi ritenuti molto importanti.
Perché vi siete rivolti a Banco Farmaceutico? Quali sono i farmaci che vi servono di più e perché?
Il sostegno ai giovani ed ai bambini che cerchiamo di aiutare, ha come base importante il donare medicinali che, vuoi per difficoltà economiche, vuoi difficoltà a reperire sul posto gli stessi, rappresentano spesso la differenza fra la vita e la morte.
In particolare inviamo i medicinali ai centri di accoglienza minori sostenuti da Lulabù ed al locale seminario minore, nonché ad un dispensario infermieristico, aperto dalla responsabile di uno dei centri per minori che sosteniamo.
I farmaci più richiesti sono senza dubbio gli antibiotici (compresi quelli per infezioni intestinali e oculari), sia per adulti, che pediatrici: in quella zona, infatti, non sono reperibili antibiotici di tipo granulare adatti ai lattanti; altri medicinali molto utili sono antifebbrili, antidiarroici curativi e bloccanti, cortisonici, integratori per gravidanza (ferro, folina) e materiale sanitario quali garze sterili.
Ci racconti di un progetto che è particolarmente significativo x te e come Banco Farmaceutico vi è di aiuto..
L’accordo con Banco Farmaceutico, sia nell’accedere alla raccolta farmaci durante la Giornata di Raccolta del Farmaco che ai Farmaci Ancora Validi, ci consente di sostenere in modo particolare il dispensario di Sr. Monique, vero e proprio ambulatorio multifunzionale rivolto ai più poveri fra i poveri; fornendo loro i medicinali, consentiamo cure gratuite o semigratuite a più persone e questo aiuta a curare malattie che in Benin possono ancora troppe volte rivelarsi mortali, quali polmoniti, infezioni da ferite o ustioni non adeguatamente trattate, malattie infantili, malaria: per quest’ultima hanno validi medicinali, ma inaccessibili ai più a causa dei costi. ecco perché, anche il semplice paracetamolo o garze sterili o pomate antibiotiche, diventano farmaci e presidi salvavita.
Ci racconti di un caso particolare in cui BF vi è potuto essere utile?
Banco Farmaceutico ci è stato (ed è) utile in tutti i casi che riguardano il sostegno a cure personali, che richiedono continuità e, talvolta, pronta emergenza: ricordo, in modo particolare, un anziano al quale abbiamo inviato farmaci atti a curare la sua malattia degenerativa; oppure il sostegno che diamo a più persone legate alla pastorale del nostro responsabile beninese, don Janvier Tchato, e che soffrono di ipertensione, senza cure efficaci a portata delle loro possibilità economiche; altro sostegno lo abbiamo dato e lo diamo ancora a famiglie che vivono in grande povertà e che ci sono state segnalate nel tempo da don Janvier stesso.
Un’ ultima domanda: perché invece di stare tranquillo nella tua casa, esci e usi il tuo tempo e le tue energie per il tuo ente? Cosa ne hai in cambio?
bella domanda! perché? certamente perché credo fortemente nella solidarietà e nella condivisone/cooperazione che porta al sostegno e non alla sostituzione che sussidiarietà : l’aiuto che io ritengo tale, infatti, È quello che mira ad un’autonomia che duri nel tempo…non sempre questo È possibile, purtroppo, con i farmaci, in quanto non dipendente dalla volontà né nostra, né tantomeno dei nostri “assistiti”.
Quando si sposa questo tipo di pensiero, le attività “conseguono” e portano “in cambio” moltissimo ed in ogni senso!
Ogni mio viaggio in Benin, nei luoghi di missione di Lulabù e, soprattutto, fra le persone che cerchiamo di aiutare, mi colma di gioia e serenità.
Ogni qual volta, invece, devo cercare il modo di rispondere positivamente ad una richiesta di aiuto urgente, “colleziono” giornate piene di preoccupazioni e, talvolta, scoramenti…
Dicono che “c’è più gioia nel dare, che nel ricevere”…credevo, e per certi versi credo ancora, che questo detto sia vero…oggi, invece, so che spesso è difficile “ricevere” con gioia perché culturalmente educati al dare come segno della nostra “superiorità”, ovviamente inesistente se non – forse - per possibilità economiche…
Il dare che, invece, è un “condividere” produce un “ricevere” che non sempre riesco ad accettare (quando per ringraziarti di medicinali donati, ti donano un maiale, per la famiglia fonte economica e/o di cibo per la festa…accettare e ringraziare a propria volta è molto, molto difficile!) ma nel mio cuore la gioia è grande davvero e crea rapporti amichevoli “alla pari”, anche questi (ahimè!) influenzati da aspetti culturali locali…